giovedì 24 gennaio 2013

The Finder

Cominciamo con una cosina semplice semplice: The Finder!
The Finder è l'inspiegabilmente sfortunato spin-off di Bones, ha la durata di una sola stagione di 13 episodi.
Le domande che possiamo farci sono molte ma una per tutte è: Perché?
Perché una serie TV che ha come protagonista un tizio che cerca le cose e in lingua originale si chiama, giustamente, The Finder, in italiano si chiama Il Risolutore?
Perché in America le serie migliori fanno gli stessi ascolti di Marzullo?
The Finder, fondamentalmente, ha tutto. Personaggi buoni, spunti comici, storia d'amore, un'adolescente complicata ma non noiosa, un gigante buono in cerca di vendetta, indagini, misteri, ogni puntata ha la sua conclusione e la stagione in sé ha una sua trama. Il tutto in 13 puntate. Almeno non ci si annoia.
Il protagonista, Walter Sherman, è interpretato dal figone che faceva il pompiere in Settimo Cielo (non fate i timidi, qualcuno se lo ricorda!), è un ex militare, rimasto ferito durante un'azione di guerra in seguito alla quale ha riscontrato particolari capacità intuitive che gli consentono di trovare qualsiasi cosa stia cercando.
Durante le sue indagini, collabora con una sexy vice sceriffa. Solitamente, la collaborazione prosegue oltre l'orario di lavoro: i due, infatti, hanno un contratto di "amici di letto" molto articolato.
Braccio destro, segretario, avvocato, guardia del corpo e baby sitter del protagonista è Leo Knox, interpretato da Michael Clarke Duncan, il gigante del Miglio Verde morto lo scorso settembre. Personaggio burbero dal cuore d'oro, fu trovato e fermato da Walter Sherman mentre stava per uccidere un uomo e compiere la sua vendetta. Insieme gestiscono il bar "Ai confini della Terra" e danno ospitalità ad una ragazza proveniente da una famiglia di zingari cercando di tenerla fuori dai guai.
Alla fine delle 13 puntate, la sensazione è quella di dover lasciare qualcosa di veramente promettente.
I personaggi ti danno la sensazione di essere molto più stratificati e che ci sia molto più da scoprire su di loro di quanto non si sia visto.
Il finale è ambiguo, di quelli che non sai se quando l'hanno girato sapessero o meno della chiusura della serie. Se da una parte lascia aperte mille possibilità per il futuro, dall'altra non si può dire che sia inconcluso: i personaggi hanno fatto un percorso che li ha portati esattamente dove dovevano essere e, in un certo senso, subiscono le conseguenze delle loro azioni. 
Nonostante questo, c'è la tristezza tipica della fine di un libro o di un telefilm, quando devi salutare dei personaggi che sai che non ritroverai più, aggravata dalla consapevolezza della morte di uno degli attori protagonisti.

1 commento:

  1. A parte il tag "figone" che adoro, mi hai proprio incuriosita. Ora dovrò creare un file "telefilm da vedere". Che farà compagnia al file "libri da leggere".

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