domenica 26 gennaio 2014

Benvenuto Grey's Anatomy 10, addio Cristina Yang

Capita, a volte, che ti abboni a una rivista e per regalo te ne mando anche un'altra. Capita, a volte, che prendi questa rivista e la sfoglia con non curanza, tanto per vedere di cosa tratta e capita, a volte, che ti imbatti in un articolo che ami dall'inizio alla fine.
Ve lo voglio riportare. Parla di un'eroina moderna che rompe tutti gli schemi, che pensa a lei, che non si sente in colpa se è quello che è, che o la odi o la ami. Parla di lei, di Cristina Yang la colonna portante di Grey's Anatomy.


Ve ne riporto un piccolo stralcio:
Una donna senza figli, senza corsi di cucina, senza sensi di colpa per la propria competitività. Una che non ha abdicato alla sessualità in nome della carriera (anzi: ha una vita sessuale sfrenata almeno quanto è implacabile il suo perfezionismo di chirurga). Se in Person of Interest c'è Shaw, che dice di avere solo relazioni di una notte perché «gli uomini sono diventati così pieni di bisogni: piangono»; se la Carrie di Homeland sarà pure malata di mente ma è comunque più solida di Brody, al quale le tocca sempre salvare la faccia; se dopo che lei è tornata dal marito è il Will di The Good Wife a struggersi e a meditare vendette come un qualunque bollitore di conigli, mentre Alicia ha il disinvolto atteggiamento di un'adulta che ha avuto una storia, è finita, e amen; se il conte di Montecristo tutta determinazione e zero sensi di colpa di Revenge è una bionda (Emily VanCamp), e i maschi al massimo possono farle da aiutanti; se Olivia Pope (Scandal) trucca elezioni, va a letto col presidente sposato, e di mestiere copre le tracce di crimini assortiti, e ciononostante la vediamo come un'eroina sentimentale; insomma, se non serve più essere mogli e madri e massaie per essere protagoniste, è merito di Cristina Yang. E pazienza se avrà fatto crollare le vendite dei detersivi almeno quanto George Clooney ha aumentato quelle del caffè.

lunedì 6 gennaio 2014

Devious Maids, cameriere disperate?




I miei giudizi su questa serie sono stati e sono piuttosto contrastanti.
Marc Cherry, creatore delle mitiche casalinghe disperate, si è unito (lavorativamente parlando ;P) a Eva Longoria (la fu Gabrielle) per creare -concedetemelo- una specie di spin off di Desperate Houswives.

Breve trama:
Flora Hernandez, una cameriera, viene uccisa nella casa dei suoi datori di lavoro durante una festa. Del suo omicidio viene accusato un ragazzo, barman di un catering chiamato per l'occasione.
Ben presto la trama si infittisce di misteri ed entra in gioco Marisol, una donna che si presenta a Beverly Hills in cerca di lavoro. Ispanica solo nel nome, senza inflessioni o accenti strani -a differenza delle altre cameriere- comincia a lavorare nella casa di un importante avvocato e della sua giovane moglie.
Lo spettatore non tarderà molto a capire che la donna ha qualcosa da nascondere e qualcosa da scoprire: chi ha ucciso Flora Hernandez (?).

Chi sono le cameriere e per chi lavorano?
Flora Hernandez (Paula Graces): che lavora per l'inquietante coppia formata da Evelyn e Adrian Powell, due persone squilibrate e con evidenti problemi mentali.
Carmen (Roselyn Sanchez): lavora per il famoso cantante Alejandro Reyes (Matt Cedeño). Il suo desiderio è quello di diventare una cantante affermata e durante tutta la serie lavorerà in tal senso.
Marisol (Ana Ortiz):  è la nuova cameriera che si instaura a Beverly Hills dopo l'omicidio di Flora e la vora per la Michael (Brett Cullen) e Taylor Stafford (Brianna Brown).
Rosie (Dania Ramirez): desidera con tutta se stessa portare suo foglio negli Stati Uniti e lavora per due attori Spencer (Grant Show) e Peri Westmore (Mariana Klaveno).
Zoila (Judy Reyes) e Valentina (Edy Ganem), rispettivamente madre e figlia,  lavorano per Genevieve Delatour (Susan Lucci), una donna un po' frivola e svampita. Valentina si innamora di Remi (Drew Van Acker) figlio di Genevieve e Philippe Delatour (Stephen Collins) e sua madre farà di tutto per ostacolare questa relazione.

Inutile dire che questa serie lascia in chi ha seguito con amore Desperate Housewives un senso di "già visto": ognuna delle protagoniste ha dei segreti e dei problemi da risolvere, ognuna delle famiglie per le quali le nostre cameriere lavorano ha dei segreti e dei problemi da risolvere.

A differenza delle casalinghe, però, le cameriere raramente cooperano e si confidano l'un l'altra: ci sono momenti di confidenza, è vero, ma le donne si raccontano i segreti delle famiglie per cui lavorano o si chiedono consigli per situazioni "normali".

La stagione si chiude così come si è aperta: con una festa.

Il mio impietoso giudizio:
ho trovato la prima puntata banale, noiosa e piena di cliché. Man mano che si va avanti, però, non si può fare a meno di affezionarsi alle cameriere che, ovviamente, ne combinano di tutti i colori. Alcuni dei legami che si creano generano addirittura tenerezza, anche se la banalità non ha mai abbandonato questa prima stagione che avrebbe potuto essere conclusa diversamente.
L'omicidio di Flora è stato risolto, in una maniera discutibile, in 10 minuti e sono stati lanciati talmente tanti input riguardanti la vita delle cameriere che il risultato è stato un minestrone insipido.